La Primavera bussa alle nostre porte e noi la accogliamo volentieri come il più gradito degli ospiti. Sentiamo l’aria cambiare, il caldo accarezzarci la pelle, gli stivali fanno spazio ai mocassini e la birra diventa l’acqua dissetante, ma per noi di Demood questo periodo è molto più di tutto ciò, perché intraprenderemo il viaggio che ci porta al Mood Festival, accompagnandovi e facendoci accompagnare da voi, insieme.
Oggi parliamo della musica elettronica latina, musica etnica o meglio ancora della “Andes Step’”, una corrente di musica elettronica nata qualche anno fa.
Nell’uso comune del termine musica etnica c’è di solito un riferimento alle tradizioni e agli strumenti musicali del terzo mondo, in particolare Africa e Sudamerica, Australia, Medio Oriente e così via, ma puntiamo il mirino verso il Sudamerica, nelle Ande.
Le Ande sono tra le catene montuose più lunghe del mondo e partendo dal Venezuela, a nord, attraversano Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Argentina e Cile e per Andes Step si intende la corrente elettronica che si ispira alla musica, alle immagini e alle atmosfere tradizionali di questo territorio.
Per citare alcuni artisti di cui ne fanno parte abbiamo Ricardo Villalobos e Nicolas Jaar (Cile), Nicola Cruz (Ecuador), Ela Minus (Colombia), Sofia Kourtesis (Perù).
Nicola Cruz e Nicolas Jaar incarnano alla perfezione questo genere musicale, entrambi molto diversi, vista anche la grande ecletticità di Nicolas Jaar, ma connessi da un incessante ricerca della narrazione nelle proprie produzioni, libere da schemi precostituiti e aperte a tutte le contaminazioni che un luogo può offrire. La loro figura autorale si configura come un misto tra quella del producer elettronico e qualcosa che sfugge alle catalogazioni di un’epoca in grande trasformazione.
Villalobos è un’istituzione nel panorama elettronico da tantissimi anni e la sua musica seppur minima techno è caratterizzata dalle sue origini, mescolando esperienze visive e influenze mistiche capaci di alterare il sound ad ogni battito. Ela Minus e Sofia Kourtesis sono le nuove leve nel settore musicale; quest’ultima riprende molto la narrazione nelle sue produzioni, capici di racchiudere messaggio politico e dancefloor, con un sound che potremmo definire molto simile a quello dei colleghi oltreoceano Four Tet e Caribou. Ela Minus cresciuta a Bogotà, con un passato da batterista di un gruppo punk, impersonifica l’idea di rivoluzione e offre una melodia molto più decisa e marcata, passando da uno strumento acustico ad uno elettronico in un procedimento naturale.
Tutti gli artisti sopracitati presentano differenza di stili, di messaggi e di vita, accomunati da ciò che la loro musica trasmette, suoni di tradizioni secolari che si lasciano contaminare diventando ibridi e disegnando riti contemporanei.
In questa occasione ci siamo distaccati dalla musica britannica e in generale dalla musica club, perché troppo spesso l’elettronica viene generalizzata come techno, techno chill, techno strana, techno brutta, ma la realtà è che l’elettronica è un genere con mille sfaccettature e sottogeneri in cui è bellissimo perdersi e lasciarsi coinvolgere… è Musica.